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Quale è l'animale preferito da tenere in casa?

 

Se non abitate in campagna, il numero degli animali che potete tenere si limiterà essenzialmente a cani, gatti, uccellini o pesci. Tuttavia, alcuni tengono come animali domestici preferiti le tartarughe oltre ai criceti o certi insetti, come pulci o scarafaggi. Interessante vedere la lista degli animali tenuti come animali domestici. Di sovente i bambini giapponesi addomesticano i topi. Alcuni Australiani tengono canguri in casa. Che dire poi di manguste, rane, scimmie e lontre? E, per quanto sembri incredibile, circa 10.000 Americani tengono come animali domestici grossi felini quali leoni e leopardi!

Di recente un libro riferiva che nella Germania Occidentale vi erano otto milioni di cani e gatti e che in Francia ve n’erano sedici milioni e mezzo. Il Times di Londra diceva che solo in un anno gli Inglesi spendono 95.555.304 sterline per dare da mangiare a oltre 5 milioni di cani, 4 milioni e mezzo di gatti e 3 milioni e mezzo di uccelli, pesci e altri animaletti. Degli Stati Uniti, la rivista Time dichiara:

"Gli U.S.A. sono al centro di quella che si può definire solo un’esplosione animaltusiana. . . . I circa 100 milioni di cani e gatti degli U.S.A. si riproducono alla velocità di 3.000 all’ora, [in paragone con] i 415 bambini che nascono ogni 60 minuti. Si calcola che il 60% dei 70 milioni di famiglie americane ha animali domestici".

Se anche a voi piacciono gli animali — sia che abbiate un animale domestico o no — forse avete riflettuto sui vari benefici che gli animali recano.
È del tutto naturale che gli animali siano belli e importanti per la maggioranza delle persone; infatti il nostro Creatore li pose sulla terra perché svolgessero una parte utile nell’ecologia terrestre. Egli sapeva che gli animali, sia "selvaggi" che "domestici", che sarebbero vissuti insieme all’uomo su questo globo gli potevano essere utili. 
Per esempio, chi di noi non ha indossato un confortevole e resistente indumento di lana?
Ma gli animali, particolarmente gli animali domestici, sono utili in altri modi.

Possono proteggere i beni o la vita di una persona. Immaginate quanti hanno evitato d’essere rapinati o assaliti perché erano accompagnati da un cane leale che abbaiava e difendeva il suo padrone. Una donna abitante in un elegante quartiere di Brooklyn disse con un sorriso d’intesa che, sebbene molte case vicine fossero state visitate dai ladri, la sua non era stata svaligiata. La sua famiglia aveva un cane danese di 45 chili e udendo il suo latrato qualsiasi ladro ci avrebbe pensato due volte, e anche tre e quattro! Tuttavia, quel danese bianco e nero è così mite e affezionato alla famiglia e agli amici che è per loro fonte di vera gioia.
In una famiglia se si tiene un animale domestico si ha l’occasione di insegnare al bambino la stretta relazione che c’è fra privilegio e responsabilità e anche qualcosa sul sesso; è subito notato il fenomeno dell’accoppiamento, seguito da cose come periodi di gestazione e vari problemi connessi alla nascita e alla cura dei piccoli.

Recuperata la borsetta rubata

Una laureanda in zoologia della Rutgers University stava andando a depositare una tartaruga in una palude. Intendeva attaccare un trasmettitore sul dorso della tartaruga; poi, con un apparecchio ricevente collegato al trasmettitore avrebbe potuto seguire i movimenti della tartaruga quando andava a depositare le uova. 
Ma a un semaforo un uomo infilò la mano nell’automobile e le strappò la borsetta. Conteneva il trasmettitore. Subito dopo la donna e un professore di zoologia misero in funzione il ricevitore, che li indirizzò a una stalla dietro una casa disabitata, a pochi isolati da dove la borsetta era stata rubata. Era lì, c’era tutto, salvo il denaro. Recuperata la borsetta, il trasmettitore fu subito sistemato nel posto dov’era destinato, sul dorso di una tartaruga in una palude.

Tempi duri per le tartarughe marine

Il Weekend Australian riferisce che nelle acque asiatiche del Pacifico, a motivo della caccia eccessiva, le popolazioni di tartarughe marine stanno diminuendo pericolosamente. 
Per questo Australia e Indonesia hanno ospitato una conferenza a Giava con l’obiettivo di migliorare i sistemi per proteggere questi animali. 

Visto che le tartarughe sono animali migratori e non battono nessuna bandiera, i migliori programmi di conservazione di una nazione servono a poco se un’altra nazione sulla rotta migratoria dà la caccia alle tartarughe senza preoccuparsi del loro futuro. "Si calcola che solo su Bali vengano uccise ogni anno 50.000 tartarughe per il commercio con i turisti", dice il quotidiano, "e centinaia di migliaia di uova di tartaruga vengono raccolte a scopo alimentare". 

Anche la Papua Nuova Guinea commercia in tartarughe marine, compresa la tartaruga caretta, minacciata di estinzione, e le vulnerabili dermochelidi coriacee e tartarughe franche. Altre specie a rischio sono la tartaruga embricata, la "tartaruga dal dorso piatto" (Natator depressa) e la "tartaruga bastarda" (Lepidochelys olivacea).

Il ritorno delle tartarughe

Nel 2000 gli ambientalisti sono stati invitati ad assistere alla nidificazione di una particolare specie di tartaruga, sulla costa orientale dell’India, la più imponente dalla metà degli anni ’80. Stando a Down to Earth, una rivista sull’ambiente, questo è un avvenimento sorprendente, visto il danno arrecato da un ciclone nel 1999 alla costa dello stato di Orissa. Tale costa è il più grande luogo in assoluto in cui questa specie in pericolo nidifica. Fra il 13 e il 20 marzo sono emerse dal mare oltre 1.230.000 tartarughe, di cui 711.000 hanno deposto uova, anche se 28.000 tartarughe sono state uccise dai pescherecci che usano reti a strascico nei pressi della costa. 
Le tartarughe sono minacciate da più fronti: cinghiali e cani ne mangiano le uova, pescatori di frodo forniscono le loro carni a chi le considera una specialità e pescherecci sono sprovvisti di dispositivi per impedire loro di impigliarsi nelle reti.

Il problema delle tartarughe marine

Sebbene vivano nell’acqua, è sulla terra che le tartarughe marine depongono le uova. Dopo aver percorso lunghe distanze negli oceani, le tartarughe marine tornano su particolari spiagge per riprodursi. Dopo essersi accoppiata al largo, la femmina arranca goffamente sulla spiaggia — forse proprio quella dove è nata — e depone tranquillamente le uova in un punto scelto con cura. 
Fa questo a più riprese per diversi giorni, finché tutte le uova — di solito un migliaio — sono state deposte e coperte diligentemente. 
È a questo punto che sorge il problema. Il periodico sudafricano Prisma lo definisce "lo svuotamento sistematico dei nidi" ad opera dell’uomo a causa della sua "avidità senza pari e della flagrante mancanza di rispetto per l’ambiente". Questo "ha gravemente interferito nei cicli riproduttivi delle tartarughe". Ora alcune specie rischiano l’estinzione.

Avvertimenti circa le tartarughe che trasmettono malattie

 Il dott. Steven Lamm del Servizio di Pubblica Sanità degli U.S.A. asserisce che le tartarughe domestiche causano annualmente dal 20 al 30 per cento dei 2.000.000 di casi di salmonellosi, malattia solitamente associata all’avvelenamento da cibo. 
Ha pure scoperto che l’85 per cento di quelli che avevano preso la salmonellosi da tartarughe avevano meno di cinque anni. Quelli che dovettero essere ricoverati furono costretti a letto per una media di undici giorni. Finora i medici pensavano che le tartarughe trasmettessero solo l’1 per cento o meno della malattia.

Aiuto sconsiderato?

Certi tentativi per salvare dall’estinzione la testuggine caretta giapponese sono stati messi in discussione, osserva il Daily Yomiuri. Estraendo dalla sabbia le uova di tartaruga, mettendole nell’incubatrice e liberando i piccoli in mare si rischia in effetti di intralciare le loro innate capacità di orientamento. 
Le tartarughe che escono dall’uovo in ambiente naturale "percepiscono il magnetismo terrestre mentre attraversano incerte la spiaggia e in tal modo sviluppano il senso dell’orientamento", riferisce il giornale. "L’incubazione artificiale richiede che le piccole tartarughe vengano tenute in una zona ristretta prima di immetterle nell’ambiente naturale marino, cosa che impedisce loro di sviluppare l’innato senso dell’orientamento e la capacità di orizzontarsi nell’oceano per proprio conto".

In quante, troppe, case c'è una piccola vaschetta di plastica con due centimetri d'acqua in cui agonizza, per anni e anni, una disperata Tartaruga d'acqua dolce, senza né poter stare all'asciutto, né poter nuotare!
Uno dei maltrattamenti più silenziosi, una forma di, sia pur talvolta inconsapevole, sadismo al quale l'uomo sottopone queste mute creature che hanno la disgrazia di essere resistentissime.


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